Una distesa a perdita d’occhio di uliveti e vigneti. È questo il paesaggio toscano che ha esportato nel mondo l’eccellenza enogastronomia italiana, ma anche un senso più esteso di Cultura: un paesaggio che è unico al mondo.
Per comprendere quanto incide la portata del paesaggio toscano sulla cultura enogastronomia italiana, occorre prestare attenzione innanzitutto ai suoi numeri che indicano la presenza di eccellenze tra uliveti e vigneti della Regione.
La collina toscana copre due terzi della Regione (oltre il 66%) offrendo la migliore conformazione geofisica per l’insediamento di uliveti e vigneti, ai quali tuttavia l’opera millenaria dell’uomo ha saputo affiancare una produzione d’eccellenza che ne fa oggi un modello in tutto il mondo, con un export che la porta dalla Cina agli Stati Uniti, dal Nord Europa sino all’Australia.
I numeri dei vigneti toscani
Il vino più rinomato al mondo è senz’altro il Chianti, prodotto prevalentemente da vitigni di Sangiovese.
Proprio il Sangiovese, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ricopre in Toscana il 64% della superficie vitata, seguito a debita distanza dal Trebbiano e dal Merlot Nero.
Sono circa 40.000 gli ettari vitati a Sangiovese, il 75% dei quali in qualità DOC e DOCG. La penetrazione di vitigni di altissimo rilievo qualitativo è un fattore decisivo per la produzione di un prodotto d’eccellenza e le provincie di Firenze e Pisa sono quelle più virtuose, anche grazie alla conformazione geografica che le pone ai piedi dell’Appennino.
Le provincie di Siena e Firenze danno suolo a più di 20.000 ettari di vitigno Sangiovese (Siena 11885; Firenze 10824; dati censimento agrario del 2010), con una porzione che arriva complessivamente a quasi 30.000 ettari se si considerano anche gli alti vitigni presenti nelle due provincie.
Discorso diverso per il Trebbiano, dove la presenza di questo vitigno è quasi esclusivamente compresa nelle provincie di Firenze e Grosseto.
I numeri dell’ulivo in Toscana
L’ulivo ricopre in Toscana all’incirca la stessa superficie vitata, anch’esso intorno ai 60 mila ettari totali.
Gli operatori del settore dell’extravergine d’oliva Dop e Igp della regione rappresentano, da soli, quasi il 50% della produzione complessiva italiana; dei 131000 ettari di superficie olivicola coltivata in Dop e Igp, quasi 67000 ettari si trovano in Toscana (fonte Istat; dati 2016).
Qui è la provincia di Grosseto a farla da padrone (26000 ettari) seguita da Firenze e, molto più distaccata, la provincia senese.
Le imprese coinvolte nella produzione, tra molitori e imbottigliatori, sono oltre 800, di cui più di ¼ operano nella provincia di Firenze.
Con 11 mila produttori impegnati nella filiera dell’olio, la superficie media utilizzata ad uliveto si attesta sui 6 ettari per produttore, e probabilmente in questo dato risiede la ricetta dell’eccellenza toscana nella produzione di oli extravergini Dop e Igp; la capacità di costruire e gestire imprese agricole a misura d’uomo.
Una dimensione che è simile a quella di tante aziende agricole d’eccellenza, come Casa Di Monte che dai suoi 7 ettari di oliveto specializzato trae un eccellente olio d’oliva extravergine.
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