Grazie alla sua posizione geografica, alla conformazione del territorio che scende dai pendii appenninici sino alla costa, e soprattutto da una lungimirante valorizzazione del patrimonio agrario, la Toscana può definirsi a tutti gli effetti la culla dell’olio di oliva italiano.

Sebbene la produzione totale superi appena il 5% dell’ammontare della produzione di olio di oliva italiano, l’olio toscano viene universalmente riconosciuto come l’eccellenza capace di trainare l’intero comparto nazionale, primato certificato nell’IGP Toscano, unica IGP italiana per l’extravergine.

Qualità e varietà dell’olio di oliva Toscano

L’elevato standard di qualità e l’ampia varietà di coltivazioni presenti sul territorio hanno permesso di concentrare in una superficie relativamente contenuta un’ampia gamma di tipologie di piante.

Con una superficie totale simile a quella di un’altra eccellenza toscana, quella del vino (entrambe le produzioni occupano complessivamente una superficie di circa 60.000 ettari ciascuna), l’olio d’oliva toscano presenta moltissime varietà legate a differenze territoriali delle provincie che si estendono verso i versanti interni, sino alle pendici appenniniche, piuttosto che verso le zone costiere.

La costanza dello standard qualitativo, ovunque molto elevato, è tuttavia frutto soprattutto di una lungimiranza nella tutela e nel recupero avviato già da diversi decenni, del paesaggio e delle tecniche di produzione, mai avviate nel territorio toscano ad una intensificazione produttiva di tipo industriale.

Questa ha consentito il mantenimento di una larga varietà di cultivar che rappresentano oggi un’assoluta eccellenza “di sistema” nella produzione dell’olio di oliva italiano.

Dall’Appennino al Tirreno

Il territorio toscano rappresenta un buon concentrato della conformazione geografica dell’intera penisola; dotata di un clima Mediterraneo, ma che già risente della frescura proveniente dall’arco Alpino, la Toscana condensa la conformazione geofisica italica come nessun’altra Regione.

Questa conformazione le consente così di possedere tutti i requisiti per fare da “culla” all’olio di oliva italiano, specialmente nelle varietà di Frantoio e Moraiolo, non a caso varietà originarie della Toscana ma ben presto estese su gran parte del territorio nazionale.

Accanto a queste due varietà-simbolo dell’olio di oliva italiano, la Toscana presenta tuttavia ancora una enorme varietà di coltivar, più o meno estesi, che ricoprono le diverse Provincie, tra i quali;

  • Pendolino: varietà originaria della zona fiorentina, è dotata di una buona resa (19-22%)
  • Correggiolo: simile per aspetto, varietà e provenienza al Pendolino, è anch’esso originario delle colline fiorentine
  • Leccino: originario toscano, è uno dei coltivar più “esportati” fuori regione e persino fuori i confini nazionali
  • Ciliegino: definito così per via dei suoi frutti, piccoli e scuri, è diffuso su tutta la regione interna
  • Leccio del Corno: dotato di una media resa (18-19%), produce un olio mediamente fruttato e lievemente piccante
  • Maurino: originario dell’area lucchese, è dotato di una buona resa (21%) con un olio dal sapore moderatamente dolce
  • Quercetano: presente tra le provincie di Massa, Lucca e nella zona della Versilia; le sue piccole olive producono una resa medio-bassa (15-18%).